Alessandro Herzen 105 lusione, tanto più strana in quanto che Pestel era un profondo conoscitore della storia di tutte le costituzioni e delle condizioni politiche di tutta l’Europa oltre che della Russia. Esorbiterebbe dai limiti del mio lavoro esporre le idee del Pestel su tutti i vari problemi dell’ esistenza di uno Stato, sui compiti del governo e sui diritti e doveri dei cittadini: basti qui dire che nel suo lavoro sono organica-mente comprese e disposte tutte le più importanti istituzioni di uno Stato democratico bene organizzato. Noterò solo di passaggio che Pestel subì una evoluzione, e che l’idea repubblicana fu posteriore in lui ad una decisa affermazione monarchica e che in alcune questioni di educazione non seppe allontanarsi dall’assolutismo aristocratico: così "per es. nella conservazione delle pene corporali nell’esercito. Egli condivideva inoltre alcuni pregiudizi del suo tempo, come per esempio quello del centralismo statale per cui voleva fondere in un solo popolo tutte le razze e popolazioni che abitavano la Russia. Per la Russia il problema principale è quello della terra, ossia una riforma sociale di maggiore importanza di quella politica. È un’idea che ritroveremo in Herzen. «Voi proclamate la repubblica — dice Pestel in un suo discorso, — ma questo sarà solo un cambiamento di nome. La questione principale è quella della terra: è necessario dare la terra ai contadini; soltanto allora la mèta della rivoluzione sarà raggiunta ». E in un altro punto : « La schiavitù deve essere definitivamente distrutta e i gentiluomini devono venir per sempre privati della ignobile prerogativa di possedere altri uomini ». Alla formulazione del suo programma agrario Pestel fa precedere un’ampia critica di due teorie sul rapporto dell’uomo con la terra. La prima è quella che fa della terra un dono della natura a tutti, la seconda quella che dice che la terra appartiene a quelli che la lavorano e vi co-