156 Vladimiro Korolenko zione semipolacca, le sue impressioni della rivolta polacca del 1863 e i primi segni dell’ influenza della letteratura liberale degli anni « sessanta ».Ma sarebbe forse un errore considerare la « Storia di un mio contemporaneo » una vera e propria biografia. Essa, come dice un critico russo, è un’ opera sui generis. E del resto, che non fosse una biografia l’affermava in un punto 1’ autore stesso : « Queste note non sono una biografia, perchè io non mi sono preoccupato della completezza della notizie biografiche ; non è una confessione, perchè io non credo nè nella possibilità, nè nella utilità della confessione pubblica; non è un ritratto perchè è difficile dipingere il proprio ritratto con la garenzia della somiglianza». In un altra pagina egli nota anche che non si trattava neppure della storia del suo tempo : « Io osservo semplicemente il passato nebbioso, e riporto delle schiere d’immagini e di quadri, che da se stessi vengono alla luce, sfiorano, illuminano e trascinano dietro di sè ricordi intimi, lo mi preoccupo d’una cosa sola: di rivestire chiaramente e con precisione di parole questo materiale spontaneo della memoria, limitando severamente il lavoro astuto dell’immaginazione ». Tuttavia alla « Storia di un contemporaneo » si potrà sempre attingere per la storia dello sviluppo spirituale dello scrittore. In questo senso molti elementi biografici possono trovarsi anche in alcuni suoi racconti. La mancanza anzi di dati precisi rende più attraente questo accenno alla propria vita, che il Korolenko fa con tanta arte e squisita poesia. Mi riferisco qui per esempio al racconto « In cattiva compagnia ». Uno dei critici e biografi ha cercato di fondare appunto la biografia dello scrittore sulle sue opere, il Ba-tiuskov; « Korolenko, come uomo e scrittore secondo le sue opere », lavoro pubblicato a Pietrogrado nel 1905, ma oggi purtroppo introvabile.