86 L’« Oblòmov» e l’oblomovismo siasmo, desiderio di fare, gioia di vita, sente naturalmente il vuoto di queste parole non appena chiede a Rudin di dimostrarle il suo amore con un gesto, un’azione, un atto qualsiasi di volontà ferma e decisa. Rudin non poteva compiere nessun gesto, perchè gli uomini del suo tempo non sapevano ancora agire, parlavano solo. La pittura di Tur-ghéniev è spietata, ma non meno spietata è quella di Gon-ciaròv, pur così tranquillo e sereno. Ma Rudin dieci anni dopo la conoscenza che con lui abbiamo fatto, muore sulle barricate a Parigi nei moti rivoluzionari del 1848. Oblòmov sposa la sua padrona di casa ed è finito. Da Rudin ad Oblòmov c’è dunque un abisso! E pure tutti e due sono stati nutriti dalla stessa madre terra, tutti e due hanno nel sangue la stessa malattia. Questo ci spiega perchè alla pubblicazione di Rudin tanti credettero di vedere tratti propri personali nell’eroe di Turghéniev e alla pubblicazione di Oblòmov non ci fu russo che — come dice lo Ska-bicèvskij — non trovasse in se stesso ora questi, ora quei tratti del personaggio del romanzo. Anche coloro, aggiunge lo Skabicèvskij, che non avevano mai avuto a che fare con la servitù della gleba. Che l’influenza deHa servitù della gleba avesse lasciato in Russia qualcuno puro ed immune, sarebbe un po’ difficile dimostrarlo. In ogni modo, ripeto, qualità naturali o acquisite che fossero, il lettore, che sentiva in sè qualcuna di esse, qualche cosa di Oblòmov, doveva essere piuttosto avvilito della piega che l’autore aveva fatto prendere alla vita del suo eroe. E non doveva certo essere molto lusinghiero per chi sentiva in sè le tendenze di Oblòmov, vedersi segnato il destino da un così spietato analizzatore come Gonciarov. Il quale confessava che dipingendo Oblòmov aveva dipinto un poco, e forse più che un poco, nientemeno che se stesso. Del resto, Dobroljùbov aveva espresso