Sul teatro di Cèchov 33 soggetto semplicissimo del dramma, se non dominasse in esso, come nel precedente, una speciale atmosfera, da cui il dramma stesso dipende: — ed in questo caso non è il pessimismo della disperazione, ma il pessimismo della disillusione, cioè, già un passo avanti, — il soggetto non ci spiegherebbe la conclusione. Il dramma ci trasporta in campagna, dove si è ritirata un’attrice famosa, ma già anziana, invaghita di un noto scrittore e novelliere, che si trova lì con lei, e per caratterizzare il quale Cèchov gli fa dire, in un discorso lungo quasi tre pagine, come si è dovuto prima tormentare, ma come la gente dopo la sua morte dirà che i suoi lavori non sono inferiori a quelli di Turghéniev. Il personaggio principale non è questo scrittore, come non è l’artista, ma il figlio di questa, Trepljòv, che nel primo atto fa rappresentare un suo lavoro in cui l’arte nuova deve dare un colpo decisivo. Questo infelice mezzo poeta s’innamora di una fanciulla, alla quale si riferisce il titolo del dramma, Nina, la figlia di un ricco proprietario, a cui è affidata la parte principale del dramma di Trepljòv. Nina è trascinata dalla passione di diventare artista, s’innamora dello scrittore illustre, di cui diventa per breve tempo l’amante, fa una carriera mediocre, e quando ritorna in campagna ancora perseguitata dalla sua vecchia passione, non si lascia smuovere dalla prova di fedeltà e d’ amore del figlio della grande artista, il quale nel frattempo ha già acquistata fama di scrittore, e lo lascia, senza comprendere che per questo suo rifiuto egli si ucciderà. Apparentemente egli si uccide per il mancato amore di Nina, ma in realtà perchè tutta la sua costituzione spirituale non poteva portarlo che a questa conclusione: la costituzione spirituale, Io stato d’animo, non la concatenazione degli avvenimenti. Non sono gli avvenimenti este- 3