Alessandro Herzen 117 conti della sua «nutrice», Vera Artamònovna, si deve se la rivoluzione francese e la repubblica furono gli ideali del giovinetto. Vera Artamònovna raccontava al fanciullo lo storie meravigliose dell’età napoleonica e delle guerre del popolo russo contro gli stranieri. Non è da meravigliarsi che i decabristi, al giovinetto educato da questi racconti e impressionato, data la sua naturale sensibilità, dalle condizioni della vita intorno a lui, dovessero apparire dei santi. Tanto più che a lui e all’amico Ogariòv le vicende dei decabristi si presentavano più sotto le immagini dei drammi di Schiller, di cui essi in quell’epoca si imbevevano, che sotto il colore vero della storia. La cultura del fanciullo aveva avuta una tinta francese molto accentuata, non solo per l’influenza del precettore Bouchot (la quale era attenuata dal precettore tedesco Eck e sopratutto dal maestro di lingua russa Protopopòv, un giovane studente che ebbe una influenza assai benefica sul fanciullo), quanto per le numerose letture di autori francesi (Voltaire, Beaumarchais), le cui opere erano abbondantemente rappresentate nella libreria paterna. Da fanciullo dunque Herzen fu volteriano: ma ciò non gl’impedì di cadere anche, in un dato momento, nelle braccia del romanticismo e del misticismo. Importante a questo proposito è ricordare l’educazione religiosa del fanciullo: accanto allo spirito luterano che gli veniva dall’educazione materna (la madre era tedesca di Stuttgart), l’esercizio del culto ortodosso, che col suo cerimoniale non poteva non esercitare influenza sul fanciullo sensibile ed accessibile a tutte le impressioni. Dei resto, ,sia il luteranesimo che l’ortodossia, mettevano nelle sue mani il Vangelo. Destinato dal padre al servizio governativo, il giovane Herzen dovette stentare non poco per vincere le resistenze del vecchio nobile, che, conformemente alle tradizioni, non aveva grande rispetto per la cultura