La servitù della gleba nella 1 e 11. russa 69 «I fratelli Golovliov » furono pubblicati nel 1876, quando dunque già da circa un ventennio in Russia la servitù più non esisteva. Il romanzo di Saltykòv veniva a dire, che, nonostante tale abolizione, la servitù della gleba viveva nel sangue di coloro che l’avevano ereditata da lunghi secoli di martirio. Come già era stato detto che « Le memorie di un cacciatore » di Turghéniev continuavano « Le anime morte » di Oogol, così fu detto che i libri di Saltykòv, in cui sono descritte le condizioni create dall’abolizione della servitù, continuavano Gogol e Turghéniev e tutta la letteratura che aveva visto nell’abolizione stessa il suo compito predominante. Certamente, se si prende in considerazione l’arte con cui i personaggi sono rappresentati nei loro tratti sostanziali e la rispondenza fedele della pittura alla realtà, Saltykòv può essere messo accanto a quelli e sopratutto a Gogol su uno stesso piano. Bisogna però non lasciarsi ingannare dalla somiglianza dello strumento d’arte di cui i due artisti si servono. Non sempre l’humour di Gogol si fonde con la satira di Saltykòv. Dell’ironia di Gogol Pu-skin aveva potuto dire che « si sentono dietro il riso le lacrime che non si vedono ». In verità mai definizione fu più giusta. Può dirsi però lo stesso di Saltykòv? La satira di Saltykòv non nasconde le lacrime dietro il riso. Saltykòy non piange; tuttavie potrebbe osare di ridere il lettore de «I fratelli Golovliòv » e di «Miscia e Vania», e di «Ari-nuska » ? Gogol si mantiene fedele al precetto che la satira deve far ridere per ammaestrare e ammonire. Saltykòv porta la sua satira feroce al punto in cui sulla faccia del colpito compaia il segno rosso della frustata. E non è raro il caso che le lacrime che non si vedono dietro il riso dello scrittore, siano negli occhi del lettore. Leggete « I funerali di uno scrittore» e «Miscia e Vania». Special-