STORIA DEI BULGARI prime offese alla integrità dell’impero turco, portate da patriotti militanti che ebbero nome di « comitagi », parola che nella lingua bulgara indica anche i nuclei da essi composti. Il terrore incusso dai comitagi bulgari nell’organismo imperiale, mentre serviva a tener desto ed alimentare lo spirito dell’indipendenza nazionale, provocava da parte del regime turco tali reazioni contro popolazioni che si dicevano e spesso erano inermi, da richiamare l’attenzione prima, poi, con la loro frequenza, l’intervento delle nazioni europee. Era questa una delle aspirazioni dei bulgari i quali avevano già potuto giudicare come precisamente all’interessamento europeo dovessero serbi, romeni e greci i loro successi. Naturalmente, altro erano le terre periferiche di quegli Stati ed altro la Tracia e la Macedonia che i turchi consideravano la propria terra nazionale; perciò le guerriglie e le repressioni feroci durarono molto più a lungo (dal 1867) prima di raggiungere il risultato di un intervento efficace. Ad un probabile successo era forse necessario uno sconvolgimento di larga parte della Penisola, il che avvenne alfine per i moti del 1875 in Bosnia ed Erzegovina. Allora sempre più numerosi rivoluzionari bulgari si costituirono prima in nuclei, poi in vere unità di guerra, accorrendo ovunque si combattesse il turco. Le rivolte della Bosnia-Erzegovina non ebbero dapprima altro risultato 108