LA BULGARIA NEL DOPOGUERRA (Kemal) l’intera Tracia orientale con Adrianopoli, e strinsero sulla Màritza il contatto turco-greco in modo da escludere più che mai definitivamente ogni transito alla Bulgaria: la promessa fatta a Neuilly di un accesso al mare restò ancora, come prima e come poi, lettera morta. Era sempre la volontà dispotica ed egoistica inglese che trionfava. La Conferenza di Belgrado. L’anno 1940 si apre politicamente con un incontro a Venezia (4 gennaio) dei ministri degli Esteri italiano (conte Ciano) ed ungherese (conte Csaky). L’interesse comune delle due nazioni amiche le induce evidentemente a premunirsi dal pericolo che l’Ungheria stessa o le potenze balcaniche possano venire travolte nella guerra già divampante in Europa. Le potenze balcaniche, tutte ugualmente desiderose di mantenere la neutralità, giudicano da quell’incontro e dalle sue serene conclusioni l’utilità che potrebbe ad esse tornare, per la desiderata pace immediata, da ima generale intesa con quelle due potenze. La Jugoslavia, già strettamente ad esse col legata ed in esse fiduciosa, prende l’iniziativa di risollevare l’indebolita I. B., indicendo una riunione cui le altre tre potenze subitamente aderiscono: e pare cosa urgente tanto che viene fissata per il 2 febbraio a Belgrado. 265