LA BULGARIA NEL DOPOGUERRA tracan al mar Nero, ultimamente perduta. Si noti come, allorché nel 1878 a Berlino la Russia ottenne che fosse confermato l’arbitrio suo di S. Stefano di togliere alla Romania la Bessarabia dandole in cambio la Dobrugia, la Romania altamente protestò, dichiarando fra l’altro di non volere, in cambio di terre sue, terre abitate da popoli di altra razza : il che non le impedì, vittoriosa nel 1913 ed in condizioni favorevoli per farlo, di pretendere ed ottenere anche il fertile granaio bulgaro della Dobrugia del sud, cui non certo aspirava per bisogni agricoli ma soltanto militari. Diplomatici e studiosi di tutte le nazioni elevarono platoniche proteste contro una tale decisione, il che naturalmente a nulla valse; ma era lecito almeno sperare che la condanna pronunciata dalla storia su quella rapina potesse servire ad una eventuale riparazione futura. Invece a Neuilly gli Alleati, non contenti di dare alla Romania la Bessarabia, la Bucovina e l’intera Transilvania, vollero assegnarle anche la Dobrugia del Sud, mantenendo fra due Stati che si volevano nemici una causa di discordia perenne. Altrettanto iniquo il confine all’ovest, verso la Jugoslavia : cinque distretti abitati da razza prettamente bulgara, che i precedenti trattati sempre avevano rispettato, furono annessi alla Serbia. Sulla terre fra Tsaribrod e Strùmitza (schizzo 4) 241 l6