PRIMA DECADENZA BULGARA e il cristianesimo già vi dominava; anche le genti serbe erano ormai sulla via di un consolidamento statale. Gli ungari arrivavano dunque ultimi fra i futuri potenti della Penisola, ma una eccezionale compattezza politica, e un ardente spirito di incivilimento sostenuto da valore militare, impressero subito ai nuovi arrivati una operosità ed una forza d’espansione sorprendente. La linea Sava-Danubio fu raggiunta ma rimase inviolata; serbi e bulgari vi si arrestarono. La dinamica ungara si rivolse allora verso est e si spinse, come è noto, fin nell’Europa occidentale, mettendo ovunque tal terrore da provocare una crociata europea per respingerli nei loro confini (battaglia di Augusta, 955, vinta da Ottone imperatore); i quali confini erano già stati tracciati dal grande re Arpàd con una visione sicura della futura grandezza ungherese. Con il ripiegamento in Pannonia delle orde magiare che avevano terrorizzata l’Europa, fece la sua apparizione anche il cijistianesimo : nel 966 re Geza si fece cristiano e sposò una cristiana; suo figlio fu Stefano I col quale il cristianesimo divenne religione dello Stato (Corona di S. Stefano - 1001). Nel 1095 salì al trono Coloman il quale intervenne subito in Croazia per sedare rivolte interne. Coloman, vinto e ucciso in battaglia il capo della rivolta, annettè la Croazia al regno d’Ungheria, 65 5