LE GUERRE BALCANICHE citi avversari sono addensati ormai tutti sui confini serbo-bulgari e particolarmente sullo Struma; nel settore meridionale i greci padroneggiano già tutto il territorio di Salonicco e le terre dell’Egeo, mirando a Cavalla. All’inizio delle nuove ostilità compare in scena al nord l’esercito romeno. A Bucarest tutto è già preordinato per addossare alla Bulgaria la responsabilità della guerra. La linea di Silistria, si dice in Romania, confinante con un paese tanto invadente e minaccioso, è un pericolo permanente per la sicurezza e per la pace futura dei Balcani; e l’areopago europeo, trovato il capro espiatorio di una situazione che giudica minacciosa per tutti, asseconderà tali macchinazioni eminentemente balcaniche. Alla lor volta i turchi rioccupano d’un tratto le terre perdute oltrepassando la linea Enos-Midia che il trattato di Londra, sulla base della pertinenza etnica, già aveva stabilita quale confine turco in Europa; e, sterminando le poche truppe bulgare come gli abitanti che lor si oppongono, rioccupano Adrianopoli e minacciano ulteriori offensive. L’esercito bulgaro fa fronte agli attacchi concentrici e combattendo ripiega su tutta la linea, ma ostentatamente non si difende dai romeni, i quali, il giorno io luglio, hanno invaso da nord il territorio nazionale. Il giorno 19 i turchi già minacciano da Adrianopoli verso occidente, mentre romeni serbi e greci avanzano sulla 211