IL RISORGIMENTO BULGARO NEL XIX SECOLO nia e bulgaro egli stesso, uomo di grande passione, si era dato con intelligenza ed energia ad approfondire e poi a diffondere le sue conoscenze sul glorioso passato nazionale. « Oh insensati, perchè vi vergognate di dirvi bulgari, e non leggete e non pensate nella nostra lingua? » : con tali impeti e sicura erudizione così parlava al popolo della passata sua grandezza, della gloria degli antichi re, della primeggiante coltura slava, nata e costituitasi in Bulgaria. Non è a dire quale difficoltà abbia trovato nella diffusione di tali conoscenze, subito osteggiate con ogni potere dall’elemento greco e particolarmente dal clero (i). Sorvegliato, perseguitato, imprigionato con i suoi primi seguaci, Payssi riesce tuttavia a passare la sua storia manoscritta a neofiti che gradatamente ma profondamente la diffondono. Senonchè non tutti i bulgari conoscevano la propria lingua scritta; si dimostrò perciò subito la necessità di risollevare intellettualmente la popolazione bulgara della quale si erano conservate nel profondo le preziose radici. Evidentemente ciò poteva farsi, sotto l’opprimente dominio turco, soltanto nell’ombra, per mezzo della famiglia, della scuola e della religione; queste si misero all’opera con una serietà ed un entusiasmo impareggiabili, nelle città come nelle borgate della Penisola, ma ci volle un lungo (i) Per tutta questa evoluzione intima del popolo bulgaro si veda: Scipcovenskv, op. cit., P. III. 99