DAL REGNO DI FERDINANDO l ALLE GUERRE BALCANICHE cessario segreto accordi popolari; da ciò la immediata necessità di sostituirle con incontri clandestini di nuclei sparsi per le campagne e la conseguente lotta con gli elementi di sorveglianza del dominatore. Già vedemmo quei comitagi che nel 1875 provocarono i moti della Bosnia-Erzegovina ed il primo intervento delle potenze europee, e che poi, nell’85, nell’ambiente romantico del primo regno di Alessandro di Battemberg, condussero al successo della annessione della Rumelia orientale. Da allora parvero disciolte le associazioni guerriere, ma nel pensiero dei patriotti rimase latente il loro potere quale riserva per le immancabili lotte future. Le circostanze si riprodussero al principio del secolo XX e maturarono particolarmente nell’autunno del 1902 fra gli intellettuali macedoni che sentirono come il dovere di capeggiare le lotte del popolo contro l’oscuro dominio turco. Nel novembre di quell’anno si costituì segretamente in Salonicco un Comitato rivoluzionario che subito ebbe l’affetto, la fede, l’obbedienza di tutta la sparsa razza bulgara; e fu la ORIM (Organizzazione Rivoluzionaria Interna Macedone). Rapidamente la ardita e fattiva Organizzazione seppe attivare una rete di comitati segreti che si diffuse su tutte le regioni abitate da macedoni. I suoi intenti erano espressi nel motto : «libertà o morte; meglio finire che vivere tra orrori ». Una ferrea, intransigente disciplina do- 157