PRIMA DECADENZA BULGARA stianesimo, gli Stati slavi cercarono, come già si disse, di contrastare ogni minaccia di catene che potessero comunque porli alla dipendenza, fosse pure soltanto ecclesiastica, di Roma o di Costantinopoli; dal che vennero continui screzi della Serbia con l’impero d’Oriente. Sotto la complessa influenza nazionalista del cristianesimo ortodosso il popolo acquistò una coesione nuova e una prima idea di comuni aspirazioni nazionali. Da queste nacque insieme lo spirito di espansione che presto si manifestò con imprese tendenti ad allargamenti e precisamenti di confini. I serbi mirarono subito alla Macedonia, ma urtarono nella resistenza del- lo Stato bulgaro che già vi aveva posto padronanza. Vedemmo risolversi nell’850, i primi contatti con i bulgari di Pressiam; ma, date le tendenze serbe, nuovi e più gravi scontri erano inevitabili. Le successive contese con i bulgari incontrarono dapprima le decise opposizioni di re Boris e del grande Simeone (852-927), e non ebbero successo, ma la partita rimaneva aperta e doveva risorgere alle prime debolezze bulgare. Le cose infatti radicalmente mutarono quando, morendo Simeone, al regno di Bulgaria toccarono le gravi sventure esterne ed interne che già narrammo; si iniziò allora lo svolgimento caratteristico di un lungo periodo di storia balcanica consistente nel capovolgimento delle egemonie bulgara e serba nella Penisola, sotto gli occhi della 63