LA BULGARIA SOTTO IL DOMINIO TURCO taglia. L’esercito serbo fu annientato; nella mischia perirono i migliori patrioti serbi e lo stesso Vucascin (13 71). Comparve a sostituirlo, a capo della riscossa, un uomo di valore: Lazzaro Grebliànovic, già imparentato coi Nemania. Il favore popolare lo proclamò Zar ed egli assunse generosamente il difficile compito di salvare la Penisola. L’imminente pericolo compì il miracolo di stringere attorno al re serbo tutti i popoli ancor liberi dal dominio turco: Bosnia, Erzegovina, Dalmazia ed Ungheria (Temesvar). Lo scontro fatale avvenne a Còssovo (1389); i serbi vi furono completamente sconfitti e subirono perdite da cui non dovevano più rifarsi. Alla notizia di Còssovo tutta l’Europa fu commossa; seguendo gli appelli del Pontefice per una guerra generale, tutti i più valorosi guerrieri degli Ordini religiosi si adoperarono a raccogliere truppe nelle nazioni d’Europa. Eserciti di Francia, Germania, Polonia, Venezia, nonché di tutte le nazioni balcaniche, si raccolsero nelle terre già bulgare a sud del Danubio; ma all’armata di Tracia, e con essa a tutta la cristianità, toccò a Nicopoli una gravissima sconfitta (1396). Fu veramente la fine delle libertà balcaniche. Quanto alla Bulgaria, dopo quella battaglia definitivamente scomparve. Sopravvisse, per la immediata spossatezza delle armate turche e per l’insperato 85