96 LUIGI FERDINANDO MARSILI alla maggiore grossezza di tre libbre di palla di ferro da cannone dette da pescatori acqua pregna, trasparenti come cristallo e tremanti come gelatina che nella parte inferiore eh’è quella con cui posano sul loto, ànno un foro. Tale relazione mi è stata fatta da pescatori, e non ho risparmiato diligenza per averne nell’estate corrente, ma non mi è riuscito. Solamente mi è stato mandato il disegno che la rappresenta della grossezza e del colore che si vede nella tav. 15. Non è però stato fatto quello sperimento che desideravo cioè che fosse riconosciuto come questa scioglievasi in acqua, ed in quanto tempo in una stanza senza sole e fosse poi provata con immissione di acido ed alcali per aver quindi un barlume da congetturare ciò che sia tal vegetazione familiare nel lago in tempi di gran calore e che poco regnino i venti. Convengono che questa sempre abbia costante una polverizzano, restandone fino a nuova pioggia intatti gli organi riproduttori. Forse l’appellativo non veniva riferito al Marsilii dalle persone che l’avevano informato del fenomeno che egli semplicemente riferisce come sentito descrivere e dà regole ad altri per vederlo con pili agio e meglio ridescriverlo, incontrandolo. Il nome popolare di « acque pregne », al giorno d’oggi (avverte il Malfer per cortese lettera) più non viene usato da pescatori ; il nome della formazione è sempre quello di « merda de luna » per la sua esteriore apparenza, e una frase come la seguente « acqua come el fango tuta pregna de merda de luna », è un’argomentazione in proposito aH’appellativo invalso e non ha a che fare con « acqua pregna » come riferisce il Morsili. Il Malfer continua avvertendo che sulla riviera bresciana si usa dire che l’acqua « l’è tuta brogne » (prugne) ; siccome la residenza del grande bolognese fu Maderno, non è impossibile da parte sua una falsa trascrizione di brogne in pregne. Il Garbini (Fauna etc., ipag. 301, III col.’)) lo dice raro nel Benaco e vivente promiscuo alle Characee, ai cui rami sovente aderisce ; non parla di appellativi popolari. Osservazioni personali conducono ad affermare che nella prima metà del Settembre del 1928 le colonie di Ophri-dium staccate galleggiavano sulle acque all’estremità della penisola di Sermione così frequenti da servire di trastullo a tutti i convenuti sulla riva e a bagnarsi ; dovevano essere nella seconda fase di esistenza staccate da ogni supporto ; non si trovano lontani i canneti per comprendere donde poterono originarsi. Da quanto è predetto risulta però chiaro come l’informazione data dai pescatori al Marsili coincida con quella d'oggi circa al sito preferito dalVOphridium per vegetare, ossia il bacino S. E. meno profondo, « nel forte dell'estate, et in specie in poca profondità nello spazio del lago più ampio ».