130 LUIGI FERDINANDO MARSILI Scorrendo i manoscritti che in copiosa quantità si conservano /presso la Biblioteca universitaria di Bologna, potei facilmente riscontrare che, 'con ogni probabilità la « Brieve Storia » stampata, nel 1709, altro non era «e non la « Relazione dell’Assedio di Vienna fedelmente daM’idioma Turco tradotta » che conservasi nel ms. 57 dei Marsiliani, a c. 407.1 Per assicurarmi della cosa, pregai il Veress di fare gli opportuni riscontri, ed egli si prestò al mio desiderio con squisita cortesia. Fece di più, mi indicò le diversità dal manoscritto che io avevagli spedito in copia e mi fornì anelhe la corrispondenza dei nomi ungheresi usati nello scritto pubblicato dal Marsili con i nomi attuali, identificazione che io non sarei riuscito sempre ad accertare. Se peraltro le narrazioni del manoscritto e della stampa presso a poco corrispondono, diversità, sopratutto di espressione, qua e là si riscontrano; e devesi anzi rilevare che non sempre il dettato della stampa supera quello del manoscritto. Fu perciò che deliberai di attenermi per la nuova edizione al manoscritto bolognese, tanto più che esso fu con ogni cura (certo con maggiore di quella che il Marsili avesse per la stampa, che nella collezione sua universitaria non si conserva) raccolto e tramandatoci in una magnifica scrittura, con i titoli dei paragrafi e capitoletti in maiuscole e con bei margini. Il manoscritto infatti (pur non essendo la narrazione molto estesa), consta di 40 carte (da 407 a 446), è contemporaneo al Marsili (principio del secolo XVIII) e reca prove non dubbie di molta, diligenza. Il confronto fra la stampa e il manoscritto mi è stato reso più facile e più comodo per un fortuito caso che mi ha fatto rintracciare, con mia molta soddisfazione, in un certo fondo della Biblioteca comunale dell’Archiginnasio, una copia del raro libretto, in ottime condizioni e con legatura del tempo. Misura 1 Mi mise sulla via il prof. Mario Longhena, il quale nella Bibliografia marsiliana posta in fondo al volume delle « Memorie » pubblicate in occasione del secondo centenario marsiliano, indica la copia di Budapest, traendo la notizia appunto dal citato scritto del Veress, non essendo egli stesso riuscito a trovarne altro esemplare.