Relazione dell’ Assedio di Vienna fedelmente dall’idioma turco tradotta. Dopo la presa della fortezza di Neihsel, successa nel 1064 dell’Hagira del Fon oratiss imo de’ Profeti, e del più scelto Amico di Dio; e dopo conchiusa la pace per vent’anni con i Todeschi, ed Ungari, per mezzo della Grande Ambasciata, spedita alla Fulgida Porta ; il Supremo Vesir, Ahmet Pascià, creato Generalissimo per l’acquisto del'l’Isola di Candia nell’anno 1077, e trovandosi nell’anno 1079 nell’attuale assedio della medesima, l’Im-peradore dell’Universo, il Sultano Mahemet Cham, per dare soccorso al suddetto Vesir di danaio, di gente, e di munizione, e per dar animo a’ suoi vittoriosi combattenti, portatosi alfla volta di Ivanissa, ivi soggiornò. Avendo frattanto Cesare fatto tagliar la testa a molti Magnati Ungari, come al Conte Sdrin, Budiani, Tekly, e ad altri principali, con sottomettersi le di loro milizie; ed avendo malamente trapiazzate1 le di loro mogli, e figliuoli, questi per non aver avute forze da resistere, si mostraron bensì obbedienti, ’n quanto all’esteriore, a’ Todeschi ; ma nell’interiore covavano2 infinita avversione, ed inimicizia. Cresciuti poi, che furono i no-bili Figliuoli de’ sopradetti uccisi Magnati, ragunarono i principali della loro Nazione, ed in una consulta, che tennero, in questa forma perorarono. Insino a quando soffriremo Noi, o Magnati, e Nobili di que-st’inclito Regno, i strapazzi, e gl’indegni trattamenti dei Tode- 1 « strapazzate » nella stampa. 2 La stampa aggiunge « verso 11 medesimi ».