IL LAGO DI GARDA 51 richerebbono con un impeto e quantità maggiore non corrispondente all’economia di tutta la mole acquea dentro della terra, come a suo luogo dirò.1 CAPITOLO TERZO Delle aeque indigene del lago e confluenti e sorgenti In esso. Sarebbe desiderabile doppo di avere dimostrato lo stato dell’alveo in quella guisa che fu possibile, che io potessi ugualmente con dimostrazioni esporre la quantità della mole di acqua destinata a riempire il detto alveo ; ma siccome tal desiderio non può per tante ragioni avere il suo effetto, converrà che ciascuno da se all’ingrosso lo giudichi su le misure assegnate per le precedenti mappe e settioni. Potrà similmente esaminare l’annessa tavola che contiene i profili di tutti li rivi e fiumi confluenti nel lago e che misurai in tempo di verno ed asciutto da pioggie e liquefazioni di nevi e che l’istesso lago era nella sua maggiore bassezza per le acque, le quali sono precisamente espresse in ambe le mappe topografica ed idrografica, come notate in essa le misure di larghezza e profondità, avendole prese in poca distanza dal lago. Una circostanza essenziale per potere fare una specie di scandaglio della quantità di queste acque confluenti nel lago respettivamente all’ unico esito per l’emissario del Mincio sarebbe stato il potere misurare la velocità del corso di ognuno di questi confluenti nel lago, che trovai difficile per tante ragioni, e fra le altre per quello della varietà di ognuno di questi alvei, per ragione delle varietà in un alveo istesso, che eccelerano, e ritardano la velocità per potere da esse misure formare uno scandaglio, che fosse stato corrispondente al- 1 II Marsili è in questa sua concezione statica della terra così fortemente persuaso, che non può ammettere modificazioni all’ ordinamento primitivo, e non sa concepire che le condizioni attuali siano il frutto di perturbazioni, pur essendo soggette a leggi e cause di sicuri effetti. La rigidezza non è nelle cose, sempre mutevoli, ma nelle leggi a cui s’inchinano le variazioni continue.