IL LAGO DI GARDA 121 pescatori è l’istesso del pesce ciprino o sia la reina di cui così scrive il Gesn. e Aldrov. « Piacentini carpanum vocant, Ferra-rienses ut et multi accolae Padi Carpenam, Veneti Reinam, Romani barbarum, circa Larium lacum Barbaro alibi bui-baro ». Questo è il pesce della maggior mole di quei del lago. Questo frega nel mese di luglio e poi ritirasi nelPalture del lago e per nove mesi non se ne vede veruno. Se ne prendono per 2 mesi parte avanti parte dopo la frega. Si nodrisce di pescetti, gamberi e materie palustri e frega su le rive. Questo pesce si prende fra Sirmione, Disinzano e Peschiera con grosse reti. Yeniamo adesso a testacei e crostacei. I Crostacei sono in questo lago di due sorte, una di crosta consistente, ch’è il gambaro, l’altra molle, ch’è il gambarino o squilla piccola. II Gambero 1 non cresce molto, volendovene 20, 30 e 35 a fare una libbra. La loro corteccia è pallida, anzi che il gambaro del lago, bollito, non prende che un leggierissimo color rosso che a pena distinguesi in paragone di quello de fiumi, come ne feci più volte l’esperimento. Il sapore di questi non è grato, parte- 1 II Gambero (Astacus astacus (L.) oppure Potamobius astacus (L.) Keilh. ; vedi Garbini, Fauna, pag. 320) si trova anche attualmente nel Be-naco; ma preferisce le sorgenti limpide e fresche anche ad una certa altezza sul mare dove si riproduce ancor attualmente pervenutovi in modo che ancor oggi non si giustifica. Non è esatto che questi crostacei depongano le uova ; mantenendole le femmine aderenti ai pleopodi anche dopo fecondazione, anzi per tutto il primo tempo della vita delle larve; come non è esatto che esista vera congiunzione fra i sessi avvenendo la fecondazione allo esterno. Esatte invece sono le osservazioni circa la ricostruzione degli arti mutilati sovente in dimensione ridotta, come avviene nei crostacei di mare. Unico difetto in tutta questa argomentazione sulla mutilazione dei gamberi si ha nella causa del fatto cercata dal Marsili nella rapacità dei pesci, sovrattutto del Luccio, laddove non occorre nulla di tutto questo essendo provato che nelle mute del tegumento, che avvengono frequenti sovrattutto durante l’accrescimento, gli arti si distaccano alle giunture restando accluse al loro posto nella vecchia tegu-mentazione smessa. C’è chi asserisce perfino che il Gambero pratichi una autoamputazione (Vedi : M. Lessona, Storia Naturale Illustrata, IV, Invertebrati (1892), p. 599).