SCRITTORI JUGOSLAVI 33 voluzione, che proprio allora si soffocava nel sangue nella Serbia meridionale. Per tale ragione, il manoscritto del Nu§ié, approvato dai critici più competenti, errò da Erode a Pilato e ci volle — come narra il Nuàié — che capitasse nelle mani del « letteratopoliziotto * Taca Milenkovió, perchè fosse restituito al teatro. Il Nuèió è anche un eccellente narratore umoristico. I 25 capitoli del suo romanzo « Il bambino del Comune* farebbero sbellicare dalle risa anche un inglese. A Prelepnica viveva la giovine vedova Anica. Per lodare la sua bellezza, i paesani dicevano : « Da molto tempo non abbiamo avuto una simile vedova: sembra fatta per il prete*. Il sindaco e il prete ortodosso, il simpatico Pop Pero, che aveva una bruttissima moglie, si recavano talora a consolare la bella vedova. Ma ben presto il vedovo Radoje Krnja, cui stavano a cuore le vedove, nella speranza di ritrovar moglie, cominciò a malignare contro il sindaco e contro il prete. Una domenica, che intorno alle due autorità del paese si era formato un crocchio, davanti alla chiesa, dopo la liturgia, capita Radoje Krnja e con malizioso sorriso ed equivoche allusioni, invita i presenti a portarsi a bere in casa del prete, annunciando, che la bella Anica, nel tredicesimo mese della sua vedovanza, s’era sgravata di un bel maschiettino. La lingua velenosa di Radoje e le lingue delle