56 UMBERTO URBANAZ-URBANl tunni, del cielo freddo e del mesto addio. Il bacio di lei, gli sembra gelido bacio di marmo e nei suoi capelli biondi, sente la fragranza della rosa, che sfiorisce. In un’altra poesia all’innamorata, che ha dato al suo cuore cento occhi per non vedere che lei e ha chiuso tutte le strade dell’anima per attirarlo a sè, il poeta dice: « Con tutta la passione del'la prima e dell’ultima donna, tu domini tutta la mia anima: simile aìla fatalità, anche tu, potente e inflessibile, stai fra me e tutto ciò che mi circonda ». Sembra che la donna sia per il poeta un tormento. Il poeta teme quasi che l'amore di donna si frapponga fra il suo cuore ed il mondo dei suoi sogni, fra la sua fantasia e le regioni della bellezza e dell’arte. Non a caso decanta il poeta, in un altro canto bellissimo, la felicità dell’anima, che sa essere un mondo a sè, come una stella del cielo, che, lanciata nell'infinito, splende solinga, mentre accanto ad essa girano miriadi di mondi, ignorando il suo dolore e la sua vita. Si direbbe, che Jovan Duòió ami più le stelle, la notte, il meriggio, il salice sul mare, la solitudine, la sua Musa e la sua arte, che non le più seducenti e vive creature della terra. Una delle poche poesie amorose senza lagrime è quella, in cui il poeta invita una signora a ballare nel palazzo del principe. Le promette anzi, dopo la danza, quando i giovani discorreranno di gesta