SCRITTORI JUGOSLAVI 35 sorti del bambino hanno da occuparsi quelli, che si erano occupati della madre. Dopo aver deciso di lasciare il bambino in città, il sindaco e il negoziante vanno in cerca di una nutrice e il prete, con il suo fardello sotto il mantello, ritorna all’albergo a fare da balia. All’albergo avviene intanto il pandemonio. L’oste si era insospettito. Il comportamento misterioso dei tre viaggiatori, l’imbarazzo del prete, quando gli chiese cosa portasse sotto il mantello e più tardi i gemiti, che giungevano dalla stanza di prete Pero, fanno scoppiare un tumulto. Pop Pero si rifiuta di dare spiegazioni e di aprire la stanza: ma la guardia municipale intervenuta, si fa portare una scala per entrare dalla finestra, volendo ad ogni costo penetrare il mistero. Il personale dell’albergo e una folla di curiosi attendono nel cortile e la guardia municipale annuncia dall’alto della scala che il prete... aveva partorito. Ci volle del bello e del buono per chiarire la faccenda. La nutrice fu trovata nella moglie di un ciarlatano, che si spacciava per avvocato. Il sedicente avvocato Fiòa si occupava di tutto e di tutti, pur di far denaro. Costui venne a sapere che la signora Milova, rimasta vedova recentemente e prossima al parto, avrebbe ereditato tutte le sostanze del marito, soltanto nel caso che desse alla luce un figlio maschio. Così suonava il testamento. L’avvocato Fièa ebbe u^dea luminosa. La comunicò alla signora Milova. Costei ritrovò la calma