44 UMBERTO URBANAZ-URBANl del male. Ma il suo pessimismo non è frivolo e convenzionale: ogni suo canto è pregno di pensiero, ogni suo pensiero è riprodotto con sincerità e chiarezza, ogni sua strofa avvince con il fascino delle imagini, ogni suo verso è perfetto. Anche le canzoni amorose del Rakié, sebbene talora di una freddezza glaciale, rivelano la finezza dell’artista. Nell’« Allegro », il poeta promette alla sua bella di recarsi da lei di notte, quando la luna rompe le nubi e i fiori chinano il rugiadoso diadema: si recherà alla serenata, assieme a tre suonatori, avvolti in neri mantelli, dai cappelli piumati, per accompagnare su melanconici violini le canzoni d’amore. Le canzoni saranno possenti e violente, nobili, fresche, orgogliose e ardenti come la giovinezza: saranno fragorose come il suono delle campane, che celebrano l’ardimentoso vincitore. Ma le promesse del poeta non si avverano. La donna del suoi canti non balza viva e palpitante, calda e voluttuosa creatura del cuore e della fantasia, della terra e della passione. Nella bellissima poesia « Il desiderio », in cui il poeta prega Dio che lo faccia morire sereno, sorridente e giovine nelle notti autunnali, sotto il chiarore del cielo settembrino, e in cui canta che la morte è bella, purché la vita si spenga silente, come la fragranza del fiore che appassisce, e non la turbi