SCRITTORI JUGOSLAVI 149 del loro cane. Iji madre di Lazzaro, con il cuore spezzalo per la sorte del figlio, non può abbandonarsi al proprio dolore, perchè la tenerezza del suo onore ha da sostituire e madre e padre ai derelitti orfanelli. Ad onta di tutti i suoi grandissimi pregi, il dramma non è riuscito perfettamente. Se fosse riuscito come 1’« Equinozio», presenterebbe un’opera unica del genere nella letteratura europea, opina il critico Arseli Wenzelides, che ascrive il mancato successo alla coltura troppo occidentale del Vojmo-vic, al suo stile troppo signorile, alla sua frase troppo scelta, che non gli permise di scendere fino al brago nauseante delle violenze balcaniche, inflitte ai Serbi cristiani dai Turchi sanguinari. Per dare un quadro meno scialbo dfell’opera poetica del Vojnovic, è necessario anche 1111 breve accenno al mistico dramma «Imperatrix», e al dramma più recente «La mascherata in soffitta». Nel pomeriggio delfultimo giorno di carnevale, in una vecchia casa signorile di Ragusa, con la pazza gioia delle maschere si confonde l’agonia di una ragazza sedicenne, che si spegne consunta dalla tisi, dopo aver ricevuto il primo ed ultimo bacio dal suo innamorato. «La mascherala in soffitta», scritta nel 1922, è il dramma più vicino alla quotidiana realtà della vi la. L'« Imperatrix », al contrario, è il dramma più lontano dal mondo, sebbene sia l’eco dei più tragici avvenimenti dell’umanità. L’« Imperatrix », che ha perduto un figlio, si è rifugiala sull'isola della