124 UMBERTO URBANAZ • URBANt sul duro ghiaccio crolla il capo morto, come domanda cui non si risponde. Solo l'acerbo spasimo si agghiaccia come l’estrema accusa contro Dio Sull’ultima bocca deli umanità. E spirando così si accascia al suolo l’immagine di tutto l’uman genere e pallida l’unghia con l’ultimo suo moto scrisse nel ghiaccio un punto di domanda! - Fiocca la neve____a nascondere s'affretta l’ultimo segno, scritto dall'uomot come prova evidente e burrascosa, che un giorno fu e visse sulla terra! Cade la neve e affolla folti fiocchi e sparge intorno blocchi giganteschi e cela il segno sotto l'unghia esangue, rotolando sul morto candide montagne: l'enorme massa nivea fino al cielo, è il monumento sul mondo ormai scomfyarso! E sotto dorme come sogno folle tutto ciò che fu per svanire vanamente senza traccia palese, fin che dalla massa coatica non esca una seconda edizione____ Ebbene, anche questo canto, vorrei dire, di meravigliosa disperazione, mi ricorda Roma. Anche se sul banco di ghiaccio, che servirà da coperchio per il feretro dell’umanità e del mondo, non si tendesse la mano dell’ultimo uomo per inchiodare nella stretta spasmodica la croce che un giorno splendeva