46 UMBERTO URBANAZ-URBANI in lui il seguace del giovine Werter, che sogna nelle notti lunari e cosparge di pianti i vecchi ricordi. Tale è l’amore in Milan Rakié. Attraverso i suoi versi meravigliosi, oltre le sue regioni di sogno, passa la donna, silenziosa, gelida, fredda, quasi incorporea. La donna diviene talora una creatura fatale, come la bella sconosciuta velata, dal cappello bianco, trapunto da una nera orchidea. Il poeta sente risorgere sotto lo strato di ghiaccio il grande amore immortale, ma non dice nulla alla magnifica visione, perchè nel medesimo istante sulle sue novelle speranze si abbattono il dolore, l’angoscia e lo spavento: è il pensiero, che si affaccia per chiedere al poeta con quanti dolori dovrà scontare quell’attimo d’improvvisa felicità. Dinanzi al poeta scompare, come era comparsa, la bella sconosciuta e la nera orchidea del suo cappello gli sembra una nera stella fatale, apportatrice di sventura. Il cuore si sarebbe forse accontentato di contemplare la visione... Il cuore sa accontentarsi talora di poco, anche di un piccolo cuore; ma il pensiero non si accontenta spesso nemmeno dell’infinito.