51 Nè occorre drammatizzare con favole e leggende il singolare e curioso dilemma di questa gente inquieta e turbata tra l’ossequio ai doveri di coscienza e le necessità politiche. Alle minacce romano-bizantine un battagliero ed energico prelato, che raccolse le simpatie di tutti i correligionari, il vescovo Elia, seppe opporre dignitosa fermezza, in questo angolo di territorio bizantino, nel quale difficilmente poteva esser raggiunto dalla stessa autorità esarcale. • Nell’ambito lagunare non era ancora stata trasferita la direzione dell’ attività amministrativa civile, che manteneva la sede in terra-ferma, forse a Oderzo. I nuclei di popolazione erano ancora organizzati familiarmente per corrispondere ai bisogni delle piccole comunità, piuttosto che per sostenere l’onere delle funzioni della vita pubblica. Sotto questo aspetto l’isola gradense, rispetto alle altre, costituiva un centro organico e ordinato di vita sociale, che emergeva tra tutti gli aggruppamenti più o meno numerosi della laguna, e riceveva vigoroso impulso dall’opera fattiva del vescovo Elia. Paolo Diacono conobbe assai bene Grado e tramandò precise notizie del suo sviluppo : di altri centri lagunari non fece menzione, e ignorò nome ed esistenza, anche quando avrebbe avuto occasione e quasi dovere di registrarli (1). La funzione ecclesiastica e la persona del metropolita aquileiese, dalla dimora di Grado, dominavano la scena della vita lagunare, accrescendo il prestigio con rigida difesa della fede dei padri e con la virtù di sapienti e rigorose opere ricostruttrici (2), in una atmosfera di calma e, benevola tolle- (1) Nel descrivere la peste diffusa nei territori bizantini dell’Alto Adriatico, nel 591, Paolo Diacono (Hist. Lang., IV, 4) parla di Ravenna, di Grado, dell’ Istria ; non ricorda altre località. Evidentemente, le poche isole, di cui altrove fa menzione genericamente (Hist. Lang., II, 14), sfuggono alla sua attenzione (o meglio, a quella della fonte, cui attinse), per la tenuità del loro sviluppo e per il semplicismo dei loro costumi. (2) Quale fu quella del primo decennio di governo del vescovo Elia, concluso con la consacrazione della nuova cattedrale di Grado e con la convocazione della sinodo gradense nel novembre 579 (Documenti cit., I, 5 sg., 18 sg.,). La leggenda paria di un nuovo ordinamento ecclesiastico istituito da Elia nel territorio lagunare, della promulgazione di uno statuto, di nuovi episcopati da lui creati (Origo cit., p. 41 sgg., 75 sg.), fatti smentiti dalla immutabilità dell’ordine gerarchico, quale risulta dalle sottoscrizioni degli atti sinodali. Parla