387 avevano rinunciato al proposito di estendere propaggini coloniali nell’interno dell’Adriatico, ma la loro attività nei mari di Puglia e Sicilia^non era diminuita. Ivi i Veneziani, per conflitto di interesse sopra un terreno comune, dovevano trovare nei Saraceni maggior aggressività, che attenuava il valore e l’efficacia dei patti conclusi. 5. — Diversamente influiva la simultanea presenza di bizantini e di saraceni. Gli uni difendevano gli ultimi brandelli di una gloria passata ; ed essi non avevano nessun motivo di ostacolare l’espansione veneziana, utilizzata per resistere al comune avversario. Gli altri invece incrociavano con atteggiamento ostile, che, poco o molto, offendeva la libertà e l’interesse dei nostri mercanti. L’anonimo lavoro di attività economica aveva consolidato la sicura preponderanza veneziana nel golfo. Taluno dei centri più vitali, in Istria, sulla costa dalmata, e, sebbene con alternativa e discontinuità, nei porti del regno e delle regioni meridionali, la avevano riconosciuta, anche a loro profitto, con formali accordi (1). Tra questi erano interpolate zone grigie, moleste o apertamente nemiche. Elementi slavi e saraceni, annidati in questo o quel territorio, sopra l’una o l’altra sponda, spezzavano l’euritmia della pacifica conquista, tanto valida anche senza un diretto possesso territoriale, e turbavano l’equilibrio spontaneamente stabilito fra stirpi affini dominate da bisogni similari. L’irrequietudine slava era sempre stata ed era il tormento e il castigo delle opere veneziane. Ogni possibilità di accordo era sempre miseramente fallita. L’iniziativa militare, quand’anche felice, non aveva conseguito risultati duraturi. Questi focolai di perenne ostilità non erano stati spenti. I corsari nemici non erano stati snidati dai rifugi marini, nei quali si erano solidamente fortificati. L’estendersi del predominio ducale nell’Adriatico aveva accentuato il disquilibrio tra forze divergenti. Non si può dire che l’audacia bellica slava fosse diventata più intensa. Se mai, in proporzione del progressivo sviluppo delle energie lagunari, era in queste diminuita l’attitudine a tollerare il fastidio e la molestia slava nelle sfere della propria attività, ogni di più vaste. (1) Cfr. Lenel, Die Entstehung cit., p. 6 sgg., 11 sgg.