397 9. — All’immobilità costituzionale ben s’accordava la immobilità dell’ordinamento amministrativo. La comparsa di funzioni e di funzionari nuovi è intermittente e appena sporadica. Il differenziamento in seno al placito, di un gruppo politico più ristretto, anteriore del resto ai tempi dell’Orseolo (1), non assunse forma definita, e si manifestò occasionalmente e con durata effimera. La vita nazionale si esauriva nel placito, ovvero nei placiti, tanti quanti erano le isole, ciascuna delle quali godeva di privilegi autonomi. L’integrità territoriale dello stato, offesa, per debolezza dei predecessori, lungo i margini, era stata dal duca ristabilita. I diritti del ducato sopra il castello lauretano e sopra il relativo territorio, occupato dal regno, erano stati rivendicati (2) ; il possesso dell’agro di Cittanova era stato riscattato dall’indebita appropriazione del vescovo di Belluno (3) ; i Cavarzerani erano stati costretti a dimettere i beni usurpati e a rinunciare in pubblico placito a diritti di presunta origine straniera (4). L’opera ricostruttrice, però, non fu perfezionata a detrimento delle libertà locali. Il placito reaitino, sedendo in cospetto del duca, si era tacitamente trasformato in organo politico, interprete della volontà di tutta la Venezia, senza sopprimere le prerogative insulari, disposte a riconoscere la superiorità morale e politica della consorella, sede del governo, ma altrettanto gelose dei propri privilegi (5). A breve scadenza il successore di Pietro Orseolo, il figlio Ottone, nel 1009, assenziente il placito, confermerà e fisserà oneri e benefici goduti da Cittanova per lunga consuetudine, non dissimili nel complesso da quelli riconosciuti agli altri centri (6). Gli abitanti erano tenuti al contributo di un pollo, di una fo- (1) Cfr. i notaraenti delle riscossioni decimali del tempo Orseoliano fatte in seno al placito, in Romanin, Storia cit., I, 378 sg.; Besta, I bilanci cit., p. 3 sgg. (2) Cfr. il patto del 992, in M. G. H., Const. I, 44, n. 20; Dipl. reg. et imp. II, 511, D. O. II, n. 100; Cessi, Dal pactum, cit., p. 76 sg. (3) Iohan. Diac., Chronicon cit., p. 150 sg. ; Kolsciiutter, Venedig cit., p. 84 sgg. (4) Bellemo, Il territorio cit., p. 291 sg. (placito per Cavarzere del maggio 999). Cfr. Schmeidler, Venedig cit., p. 573 sgg. (5) Besta, Di due pubblicazioni cit., p. 227 sgg. (6) Romanin, Storia cit., I, 388.