363 realizzava notevole vantaggio a favore di Venezia, rispetto alla situazione del 967, non soltanto economico, ma anche politico (1). Non era merito dell’incerta ed equivoca abilità del duca Tribuno, ma dell’avveduto ed energico comportamento del Morosini. Il successo non rinsaldò la concordia (2). Il prepotere morosi-niano nella direzione di governo riaprì più dolorosamente l’insanabile piaga dei dissensi. Vuoi che gli uni approfittassero della loro autorità per opprimere gli antichi avversari e meditassero compiere la vendetta dei recenti torti ; vuoi che gli altri, insofferenti dell’ u-miliazione politica subita, aspirassero a una rivincita, ovvero, sospettando il pericolo, fossero costretti a prevenirlo ; l’esile spontaneo accordo, che aveva acceso un barlume di speranza e di fiducia, a distanza di pochi mesi era infranto, all’indomani del felice regolamento del dissidio con l’impero. una sfera più ampia ed era diventato titolo di ricognizione prò huius pactionis foedere (M. G. H., Const., 1,43 ; Dipi. reg. et imp. II, 351), di guisa che il prossimo esegeta poteva dire che il censo era corrisposto propter hoc quod ad regem Longobardorum pertinet (a ricognizione cioè dell’uso di diritti pertinenti al regno) e poteva precisare e chiarire la natura del censo, eo quod gens Venetorum potest emere in omni portu granum et vinum et illorum dispendio in Papia facere et nvllam molestiam recipere (Instituta regalia et ministeria camerae regum Longobardorum et honorantiae ci-vitatis Papae, ed. Hofmeister in M. G. H., Script., XXX, to. II, p. 144, sg. ; ed. Solmi, L' amministrazione cit., p. 21). Intorno al censo e al tributo vedi le lunghe discussioni dello Schmeidler, Venedig cit., 528 sgg. e in « Hist. Zeitsch. », CXXXI, 258 ; Lenel, Die Entstehung cit., p. 2 sgg. ; Die angebliche cit., p. 467 sgg. ; in «Hist. Zeit»., XCIX, 493 ; Bresslau, Venetian. Studien in «Festgabe fiir Gerold Mayer von Knonau », Zurigo, 1913, cit., p. 73 sgg. ; Cessi, Dal pactum cit., p. 38 sgg., Problemi monetari cit., p. XI sg. (1) Non è stato tenuto presente, neppur dal Lenel e dallo Schmeidler, il valore politico del patto, a suo tempo da me rilevato, il quale occupa un posto intermedio tra quello del 967 e quello del 992. Fidelitas non indica sudditanza, ma esprime il rapporto, che intercede fra le due dignità dispari, quella imperialo e quella ducale. Assume poi valore politico, non giuridico (Schmeidler, Venedig cit., p. 553 sg. e « Hist. Zeitsch. », p. 236 ; Lenel, Die angebliche cit., p. 472 sg.). (2) Effetto del patto si può ritenere la reintegrazione del patriarca Vitale nell’eredità patema, da più anni sequestrata, compiuta il 15 giugno 983. (Gloria, Cod. dipi, pad., I, 95, n. 66). Giustamente il Lenel (Die angebliche cit., p. 470) ha rettificata la data, che va posta in relazione con i tentativi di conciliazione, dei quali la stipulazione del patto ottomano del giugno era corollario.