123 care soltanto con l’improvviso scoppio di straordinari episodi, quale l’abbaccinamento di un maestro dei soldati bizantino e il conseguente rivolgimento politico. Motivi personali e interessi politici di congiure locali e di ambizioni famigliari, che affiorarono al precipitare di tali eventi, certamente contribuirono a far tramutar sede in ambiente più favorevole. Allo stabilimento definitivo, ratificato per tacito consenso prima, poi per esplicito voto da tutti i Venetici, non possono esser estranee cause più generali, superiori agli interessi individuali dei protagonisti. Perchè Deusdedit, eracleese, dopo l’elezione a Malamocco e il consolidamento della ristabilita podestà ducale, non fece ritorno alla paterna sede ? perchè non lo fece Galla, suo fedele seguace e, come tale, probabilmente suo conterraneo ? Passi per Domenico Mone-gario, che era cittadino di Malamocco : ma perchè non fece ritorno a Cittanova, il duca Maurizio, che in Malamocco era cittadino eracleese (1) ? La sede si era ormai fissala in quest’ isola. Cittanova era stata distrutta, o quasi, dalla violenza di armi avversarie indigene, e gli abitanti dispersi. La leggenda, più o meno veracemente, con coloriture stravaganti, ha tramandato il ricordo delle lotte intestine e della distruzione della città. Può essere che anche avvenimenti luttuosi di questo genere abbiano contribuito a preparare o ad accelerare il suo declino. Opportunità politica (e la parola della storia non è dubbia) determinò il trasferimento ; la decadenza fisica e la rovina, dalle quali la città non potè risollevarsi, resero stabile il passaggio in un ambiente non diverso da quello originario. Eracleesi e metamaucensi erano tutti Venetici, nonostante gli stizzosi dissensi insulari. Questo spiega perchè in Malamocco si proclamassero duchi eracleesi, e perchè duchi metamaucensi, quale Domenico Monegario, incontrassero la diffidenza dei connazionali assai più che non i loro presunti antagonisti. 3. — La vicenda della vita trascorreva senza soste e scherzo di natura relegava in più stretto isolamento il territorio, dopo aver (1) I beni della famiglia dei Maurizio, passati, all’estinzione di questa, nella famiglia dei Particiaci, erano posti infra fines Civitatis nove (Cfr. il testamento del duca Giustiniano dell’829. Gloria, Cod. dipi, padov., I, 13, n. 7 ; Documenti cit., I, 25).