nava la tavola col S. Paolo all’ Accademia dei Concordi *). Giorgio Barharelli da Castelfranco, detto Giorgione (1477-1510) : Il Crocifero (fig. 2). Piccola meravigliosa tavola. Traspare dallo sguardo del Redentore un senso di tristezza infinita, che sembra come un riflesso del presentimento della morte che h i rapito nel fiore degli anni l'innovatore della pittura veneziana, 1’ iniziatore della grande pittura moderna. Intorno a codesto quadro scrive Giuseppe Cardellini*): «Venezia, Berlino, Vienna, Stuttgart, Boston e Rovigo si contendono l’onore di avere aneli’ esse il Cristo dell’ insigne Barharelli. Quello che si conserva nella pinacoteca dell’ Accademia dei Concordi è stato sempre ritenuto per opera del Giorgione. Esso appartenne alla nobile famiglia Casilini, il cui ultimo rampollo, il conte Nicolò, ne fece dono all’Accadetnia (1835) con una collezione magnifica di quadri, iniziata nella prima metà del ’500 dal dotto Bartolomeo Casilini, raccoglitore di memorie patrie. Di questo Cristo vennero da Michele Zammatteo, pittore rodigino dello scorso secolo, tratte fedelmente parecchie copie ed alcune — contrariamente a quanto prescrivono gli statuti dell’Accademia — nelle identiche dimensioni dell'originale, copie che furono qua e là vendute ad amatori d’arte; e non è improbabile quindi A. Cappellini, Memorie paesane, Lendinara. 1925, pagg. 117, 120. *) G. Cardellini, A mura il € ('risto del Giorgione* in giornale «La Tribuna Illustrata*, Homa, 1906, n. 7.