— u — Vi è una terra ferace tra il basso corso del Po e quello dell'Adige, sommersa dal mare in tempi remotissimi, formatasi poi di terreni alluvionali portati dai fiumi che l’attraversano, poi coperta di paludi e di boschi, devastata da inondazioni, afflitta da acque stagnanti e da malaria, ed ora ridonata alla pura aria feconda per virtù di bonifiche redentrici. Grandi e belle fattorie sorgono in quelle che pochi secoli addietro eran selve aspre ed acquitrini. e pochi decenni or sono eran valli senza messi e senza vita, preda periodica dell’acqua, abitate da rari coloni, cacciatori e pescatori. Quando giugno scalda l’anno, i campi listati di verde — spianati come talamo per le nozze feconde del Sole con la Terra — biondeggiano di spighe. Questa terra rimane chiusa all’ orizzonte, da nord-est a nord-ovest, dalle cime tondeggianti dei colli Euganei, dalla linea bassa dei Berici e dal-l’Alpe di Verona col massiccio di Monte Baldo; a sud. dalla catena degli Appennini azzurri, che nelle giornate serene si profilano da lontano; ad est e ad ovest l’orizzonte rimane aperto senza limiti alFocchio, sì che il sole vi sorge e vi tramonta, rosso ed enorme. Questa terra è il Polesine. Nel cuore della regione, attraversata dal navi-