— 38 — gili provvidenze, onde assicurare l’integrità de’ suoi domini. Intanto le truppe di Francia e di Germania. discese in Italia, si ridussero ai confini d'elle provincie venete, trovandosi nel 1706 a Polesella e a Pettorazza, a sinistra dell’ Adige. Sopita la guerra colla pace di Utrecht (Il aprile 1713) tra la Francia, la Gran Bretagna ed i Paesi Bassi, ritornò la quiete nel Polesine. Nel 1738 pernottò a Rovigo nel palazzo del nobile Girolamo Venezze, la regina Amalia, moglie di Carlo III re «Ielle due Sicilie, e nel 1782 si ebbe la visita del papa l'io VI, reduce da Vienna dopo il convegno con 1' imperatore Giuseppe II. Caduta la Repubblica nel maggio 1797, il generale Giambattista Rusca occupava il Polesine, in nome della Francia repubblicana e vi innalzava F albero della libertà. Dalla furia giacobina fu atterrato il leone di S. Marco dalla colonna situata nella piazza pubblica e scalpellati gli stemmi. Ma subito dopo il trattato di Campoformio (17 ottobre), la Repubblica francese, apportatrice di libertà. ridava agli Asburgo Venezia ? le città del Veneto, compresa Rovigo. In forza del trattato di Luneville tra F Austria e la Francia, Rovigo nel 1801 rivide ancora i francesi comandati dal Kellermann, e rimase unita al Regno Italico quando Napoleone, già imperatore, s’incoronò a Milano re d’Italia. La città fu compresa nel Dipartimento del Basso Po con a capo Ferrara, e vi rimase fini» al 1814. L‘ imperatore eresse capricciosamente in ducato il circondario di Rovigo (30 marzo 1806) per investirne il generale