— 113 — descritto da monsignor Giovanni Pietro Ferretti, vicario del vescovo di Ravenna, nella sua opera manoscritta : Catalogus Episcopatus totius Ecclesia! • Hadriensis, in data 1540, esistente nell’ archivio della Curia vescovile di Adria. Sul tramonto del secolo XV, accresciutosi il numero dei fedeli, fu fabbricata la chiesa odierna, e nel 1759 vi furono aggiunte le due cappelle laterali, sui disegni dell’architetto Pietro Puttini da Verona. L’antica, venerata imagine della Madonna col Bambino è posta sull’altar maggiore. La facciata fu rinnovata nel 1885 e l’interno ristaurato e decorato a fresco. Nell’altare a destra di chi entra, trovasi un dipinto su tela raffigurante S. Caterina vergine e martire, che sfuggita al supplizio della ruota attende in ginocchio che il carnefice le tronchi il capo. La Santa sta nel mezzo del quadro, alla destra il Tiranno, al cui seguito sono alcuni personaggi: alla sinistra è la figura del giustiziere con la mano suH’elsa della spada, in attesa degli ordini. Questa tela, secondo il Bartoli, è bella fattura del pittore Domenico Ricci veronese, detto il Brusasorci (sec. XVI), allievo di Giovanni Caroto, tela che stava nella chiesa di S. Bartolomeo e che per essere adattata a questo altare fu tagliata intorno con non poco detrimento. Le statue in legno di S. Bartolomeo e di S. Benedetto, poste ai lati del massimo altare, possono attribuirei a Sante Baseggio da Venezia (eec. XVIIi) scultore e intagliatore in legno; e l’altare, eretto nel 1735, è dovuto all'architetto veneziano Angelo Franceschini. Il frontale che ricopre l’imagine della 8.