— 104 — S. Domenico, a motivo del possesso avutone dai «letti Padri. Nella soppressione di diversi conventi di Domenicani, decretata 1’ anno 1770 per mancanza del conveniente numero di religiosi, fu compreso anche questo; chiesa e convento passarono in proprietà delle monache Domenicane Terziarie, che ne fecero acquisto per duemila ducati *) e vi si stabilirono nel settembre 1771. Le suore Domenicane abbandonarono il monastero nel 1810, in forza della soppressione napoleonica; anche la chiesa rimase chiusa e venne riaperta nel 1815 per graziosa concessione dell’imp^-ratore Francesco I. Nel 1887 fu restaurata specialmente nel soffitto, sui disegni dell’architetto Raffaele Cattaneo «la Rovigo ed il coro venne dipinto da Riccardo Cessi. Entrando in chiesa dalla porta, sopra la quale vedesi il busto in marmo di S. Antonio Abate, si trova a destra l’altare di S. Domenico, costruito in marmo di Rovigno con due colonne di rosso di Verona. La tavola esprimente S. Domenico con S. Agnese di Montepulciano, in alto, e sotto S. Vincenzo Ferrerio, S. Tomaso d’Aquino, S. Pietro martire, S. Caterina da Siena, S. Rosa da Lima ed altri santi è opera di Sebastiano Devita, che vi lasci«'> il suo nome e l’anno, così: Sebastianus De vita. Dalmata, F. A. 1770. Il secondo altare, in marmo di Carrara con due colonne di rosso di Francia, reca in alto due an- ’) F. Bartoli, Op. cit., pag. 20.