- 129 — Le mura dirute e l’alta torre del castello (fig. 10), intorno alla quale le cornacchie spiegano in lenti giri le loro ali nerissime, danno una nota caratteristica alla città, ed appaiono, nella vasta pianura, pittoresche per chi percorre da lungi le strade ampie e ben tenute che conducono a Kovigo '). Che il Castello esistesse già nel secolo X, ne fanno fede la bolla del papa Giovanni X, di cui abbiamo fatto cenno e Patto 6 dicembre 955 con cui Franca, vedova di Almerico, dava alla chiesa id S. Maria della Vangadizza, presso Badia, alcuni terreni; il documento termina infatti con le parole: actuni in castro RIumIì&o felicitar '). Il castello rimase in possesso dei Vescovi, che 10 perderono e lo ricuperarono più volte. Il vescovo Florio Cattaneo nel 1138, per assicurare il proprio potere, fece cingere la città con nuove mura di circa un miglio di giro, con quattro porte fiancheggiate da torri, protette da argini e da fosse. A sua volta, 11 vescovo Vitale (1160), che parteggiava per l’antipapa Vittore IV, compì e rafforzò le mura; ma il marchese Rinaldo d’Este, a nome del papa Alessandro III, sorprese il Castello ed espugnatolo ne cacciò il vescovo; dopo di che il pontefice confermò agli Estensi il dominio su Rovigo (1164). Lasciò scritto il conte Camillo Silvestri, che sopra un rialzo di terreno — che poteva ravvisarsi per un colle costrutto ad arte — fu piantato l’am- ') D. Strada. Op. cit. ’) I). Strada, Op. cit. Si consulti inoltre. Sardi Gasparo in Historie Ferraresi, Ferrara, Tip. Howi da Valenza, 1556, Libro III. pag. 89. ».