— 77 — prevedeva che per quegli arazzi un antiquario fiorentino avrebbe offerto due milioni e mezzo di lire, naturalmente rifiutati. I quadri che la grande aula non riusciva a capire, erano collocati qua e là negli angoli più riposti e più buj, preferibilmente su per le scale. L’ ordinamento attuale, ispirato a criteri puramente artistici, è merito del professore Manlio Torquato Dazzi, coadiuvato dall’ ingegnere nob. Enrico Giovannelli. Dopo che le tele migliori ritornarono da Firenze — dove furono inviate per sottrarle al pericolo della guerra e di una temuta invasione nemica — si provvide anche ai necessari restauri, col concorso del professor Angelo Moro, di Venezia ». Sopra la porta d’ entrata della sala maggiore, domina il quadro con S. Gaetano da Thiene, patrono dell’ Accademia, quadro commesso ed eseguito con grande maestria dal Piazzetta, ed appesi alle pareti stanno i quattro famosi arazzi del principio del secolo XVII. rappresentanti altrettante scene dei « trionfi » petrarcheschi dell’ Amore. della Morte, della Fama e del Tempo, con figure vivaci della maniera del Rubens. Facciamo seguire al nome degli autori, 1’ indicazione delle opere di maggior pregio, di cui si adorna la Pinacoteca. Allegri Antonio, detto il Correggio (1494-1534) : Cristo incoronato ili spirw. Piccola tavola raffigurante Gesù con la corona di spine intorno al capo, e con un'espressione d'infinita mestizia nello sguardo.