193 e la cronaca francese precisa che l’opera di sobillazione era stata integrata con l’invio di artefici e muratori per costruire le difese militari dei castelli (1). Il fatto è che il contegno sospetto aveva destato malumori e ostilità da parte dei connazionali, desiderosi di mantenere la pace e di osservare rispetto ai patti in vigore (2), e la denunzia, presentata alla corte franca da un subordinato, il presbitero Tiberio, era stata seguita da regolare citazione al tribunale imperiale (3). Il patriarca invano tentò con fallaci espedienti di liberarsi dalle responsabilità assunte con l’incauta partecipazione a una avventura di dubbio esito. Finse obbedire all’ordine imperiale. Si pose in viaggio per l’Istria, diretto alla corte franca, ma sentì ancora una volta vacillare la concepita fiducia. Simulando far ritorno a Grado, con l’occulto aiuto di complici, dall’ Istria navigò a Zara, affidò a quel prefetto il segreto della propria sventura, e invocò la sua protezione. Il magister Giovanni accordò ospitalità, ma lo fece tosto tradurre a Costantinopoli (4). Era forse necessario allontanare il non volontario esule dal teatro della lotta, per evitare moleste complicazioni. Da parte loro i Veneziani, analogamente apprezzando il suo comportamento, provvidero ad esonerarlo dalla dignità, abbandonata in modo così equivoco, ed elevarono all’alta carica un fedele interprete del pensiero, dell’ interesse, e della volontà indigena, Giovanni, abate di S. Servolo, tanto beneficato dal governo ducale (5). L’increscioso incidente, che poteva riaccendere maggior conflitto tra i due imperi, se non fosse stato prontamente represso, aveva ridestato automatica identità di azione a Rialto e a Costantinopoli. Il disgraziato vecchio patriarca fu risospinto nel silenzio a scontare la colpa del grande amore per la sua chiesa e del suo ardimento. Il sogno dei suoi ideali era svanito : eppure non riusciva a capacitarsi e a convincersi che la sua politica vagava nel regno dell’irreale, che le caldeggiate rivendicazioni erano utopistiche, che (1) Annales regni Francorum, ed. cit., p. 155. (2) Iohan. Diac., Chronicon cit., p. 107. (3) Annales regni Francorum, ed. cit., p. 155. (4) Annales regni Francorum, ed. cit., p. 155 sg. (5) Iohan. Diac., Chronicon cit., p. 107. Da ciò non si può presumere che il patriarca sia stato mediatore di tacita alleanza tra bizantini e ribelli croati, come vuole il Dvomik (op. cit., p. 48). 13