69 capacità politica, quelli territoriali, quelli sociali, quelli spirituali, rivelati da poche testimonianze, ma assai espressive. 14. — Anche quelli spirituali. Grado mutava anch’essa figura. Si avviava a perdere l’eredità aquileiese, ma guadagnava nuova personalità e nuova funzione. I vincoli religiosi assai intimi, mantenuti dal clero della vecchia circoscrizione anche dopo lo smembramento politico, avevano contribuito a perpetuare la fiducia nell’originaria unità spirituale (1). Il vescovo residente a Grado era e restava metropolita aquileiese, riconosciuto e obbedito da Veneti e Istriani, da bizantini e longobardi (2). Pareva però fatale che l’unità religiosa, come era presentito con facile intuito dagli interessati tra gli ardori della battaglia (3), non dovesse resistere al frazionamento del territorio. La fede scismatica era stata conservata incorrotta e salda tra i sudditi longobardi. Nei territori bizantini invece, dopo aver sopportato con fierezza e tenacia la violenza esarcale, gli aderenti alla fede scismatica non seppero opporsi alla propaganda gregoriana (4), alle minacce del braccio secolare (5), e, dopo il ritorno dell’esarca Smaragdo, a capo del reggimento ravennate nel 602 (6), agli ordini dell’autorità politica. Le defezioni singole accentuarono la crisi e affrettarono lo sfacelo dell’unità ecclesiastica. Mentre tutto congiurava a rendere più deciso e più forte il distacco dalla terraferma, mentre aumentava l’isolamento intorno al territorio, nel quale era ridotto il vecchio ducato bizantino, sotto lo stimolo di tanti influssi diversi il piccolo centro ecclesiastico non poteva avere capacità di reagire da solo a forze avverse : e il crollo fu inevitabile. (1) Si cfr. la lettera dei vescovi lombardi all’imperatore Maurizio del 591. (M. G. H., Epist., I, 21, [Epist. Greg., I, 16 b] ; Documenti cit., I, 18). (2) Si cfr. la cit. lettera dei vescovi lombardi (M. H. G., Epist., I, 21 ; Documenti cit., I, 17). (3) I sintomi di tale disgregazione erano rilevati dai vescovi della terraferma nel 591 e denunciati all’imperatore Maurizio (M. G. H., Epist., I, 22 ; Documenti cit. I, 18). (4) Epist. Grog., V, 24, 25, 56 ; VI, 36, 45 ; IX, 150. (5) Epist. Greg., IX, 152, 154, 160. (6) Epist. Greg., XII, 13 ; XIII, 36 ; cfr. Paschini, Storia cit., I, 107.