396 Sia che egli con il proprio danaro compia un atto benefico e devolva una parte dei suoi redditi in opere di pubblica utihtà a sollievo dei miseri (1) ; sia che adorni di maggior splendore le pubbliche costruzioni, la sacra basilica, sintesi dello spirito veneziano, meta di devoti pellegrinaggi (2), o il turrito palazzo di governo ridotto a castello, o i luoghi pii della città (3) ; sia che ripari o rinnovi la decadente e trascurata vecchiaia delle terre minori, da Grado a Cittanova (4) ; sia che tempestivamente disponga la spartizione del pingue patrimonio fra gli eredi per prevenire liti successorie (5) ; tutto deve forse dipendere da una preconcetta aspirazione e deve essere nella sua mente e nell’azione di ogni istante subordinato a essa ? Il proposito di consolidare il dominio del nucleo famigliare nella vita pubblica non va escluso (6). Ma è vecchia storia. Il reggimento orseoliano, nell’ ordine costituzionale, non ha introdotto nè metodi, nè riti, che non fossero già noti, usati e applicati per lunga tradizione, fatti rivivere nelle forme e nello spirito del passato, senza alcun sottinteso. Il ciclo non era ancor chiuso, e la vita pubblica, nobilitata dalla grandezza delle conquiste e dallo splendore di raffinati sentimenti, continuava a vivere della primitiva semplicità istitutiva, nè sentiva lo stimolo a mutamenti o riforme radicali (7). Il regime della correggenza non ripugnava alla coscienza popolare, quando fossero state rispettate le premesse essenziali al suo retto funzionamento. Questa realtà, come in passato, permetteva a Pietro Orseolo di associare nell’opera di governo, con il concorso e con il voto degli organi dello stato, prima il figlio Giovanni, poi, in seguito alla prematura morte di questo, durante la pestilenza del 1005, l’altro figlio Ottone, cui raccomandare la propria eredità politica (8). (1) Iohan. Diac., Chronicon cit., p. 169. Kolschtjtter, Venedig cit., p. 93. Cfr. Lazzarini, I titoli cit., p. 278 ( = « scritti » cit., p. 190). (2) Iohan. Diac., Chronicon, p. 169. Cfr. Marangoni, L'architetto cit., p. 30. (3) Iohan. Diac., Chronicon cit., p. 169. (4) Iohan. Diac., Chronicon cit., p. 150. (5) Iohan. Diac., Chronicon cit., p. 170. (6) Iohan. Diac., Chronicon cit., p. 165. (7) Cfr. Lenel, Die Epochen cit., p. 247 sg. (8) Iohan. Diac., Chronicon cit., p. 170.