216 Maggior luce invece risplendeva intorno all’opera di consolidamento spirituale, tramandata da fratello a fratello con ammirevole perennità, la quale superava e dominava odi e contrasti. Giustiniano con alta sapienza aveva raccolto le sacre spoglie dell’evangelista e con sentimento di profonda pietà le aveva deposte in una cappella costruita all’angolo del palazzo, in attesa che il voto di erigere 11 presso grande e onorata basilica fosse soddisfatto (1). Egli aveva assegnato a sè e alla sua famiglia il sacro compito di onorare l’evangelista e di edificare il tempio, nel quale il corpo fosse custodito e venerato come sacro talismano. Per effettuare il lavoro aveva erogato cospicue somme ; aveva assegnato i materiali murari ricavati dalla demolizione di case abbandonate nelle isole, nelle quali avanzava lo sfacelo a beneficio di Rialto. Prima di morire aveva rimesso alla moglie il mandato di condurre a termine il suo voto, nelle sue stesse case, non al fratello, non ancora associato al governo (2). Eppure proprio a questo, insignito della dignità ducale, a malincuore, alla vigilia della morte, toccò il compito di dar esecuzione alla volontà fraterna (3). Se la testimonianza del cronista non falla, egli ebbe l’onore di erigere quella chiesa, che, ideata dalla pietà religiosa del fondatore, doveva essere sacrario spirituale dell’anima veneziana, come il palatium era quello politico. Il suo compimento esprimeva non solo ossequio al voto di un uomo, che doveva essere rispettato, ma alla intangibilità di un ideale, che vicende umane non potevano ledere, al simbolo della nazione. Debolezza di uomini e fatalità di cose risvegliavano l’insaziato desiderio di clientela. La melanconia delle congiure alimentava lo spirito sedizioso, aiutato dal senso di rancore, che la figura dell’ultimo dei Parteciaci portava in triste eredità. Il disagio di uomini e di cose, però, anche avvelenato da inte- (1) Iohan. Diac., Chronicon cit., p. 110: in sui palatii angulo peragere fecit capellam, ubi Ulum recondilum posset reservari, interim ecclesia esset expleta, quam hisdem domnus inchoavit. (2) Testamento di Giustiniano, 829 : De corpus vero beati Marci Felicitati, uxor mea, volo ut hedificet basilicam ad suum honorem infra territorio saìicti Zacharie (Gloria, Cod. dipi, pad., I, 14 ; Documenti cit., I, 98). (3) Iohan. Diac., Chronicon cit., p. 110: sed preventus morte, Johannes, suits videlicet frater, ad finem perduxit.