389 Il grido di dolore dei Dalmati, invocanti l’aiuto del naturale protettore, al quale fidenti donavano se stessi per sottrarsi alla perenne tortura delle rapine slave, non rimase inascoltato (1). L’atto di omaggio, al quale quello era associato, segnava una data memorabile, non perchè creasse un nuovo inaspettato equilibrio, ma perchè lo consacrava ufficialmente. Queste terre, che da tempo avevano perduto l’esatta nozione della sovranità bizantina, spontaneamente assente, si erano accostumate a riconoscere nell’opera politica veneziana la naturale tutrice dei propri interessi. Esse obbedivano di fatto, secondo una felice parola del diacono Giovanni, all’indirizzo della politica ducale prima ancora di esserne suddite (2). Il riconoscimento ufficiale dell’alta autorità del duca veneto fu l’epilogo di uno stato politico e morale già maturo negli spiriti e nelle cose. Proclamata l’annessione, l’intervento militare era giustificato agli occhi di tutti, amici e nemici, sudditi e non sudditi ; la libertà di azione non era più inibita da prudenziali riserve ; il problema marittimo assumeva un aspetto nuovo, perchè la comunanza di ideali e di interessi tra le due terre si era chiarita e precisata in un vincolo legale. 6. — La solenne spedizione salpava dall’ isola realtina il dì dell’Ascensione dell’anno 1000, agli ordini diretti del duca, dopo aver ricevuto la santa benedizione e il vessillo di battaglia dalle mani del vescovo di Olivolo, nella chiesa di S. Pietro, e muoveva, costeggiando, verso l’opposta sponda (3). Duplice era il fine : presa di contatto con i nuovi domini, guerra senza quartiere contro nemici incorreggibili (4). (1) Iohan. Diac., Chronicon cit., p. 155 : Unde Dalmatiarum populi omnes pene simili convenientes, Pelro — duci — demandaverunt, quod si ipse venire aut exerciium mittere veüel — illorum civitates perpetua stabilitale — subditos mantrent. (2) Iohan. Diac., Chronicon cit., p. 155. (3) A questo episodio si vorrebbe far risalire la cerimonia dello Sposalizio del mare, celebrata nel giorno deH’Ascensione (festa della « Sensa »), di istituzione certo più tarda. Cfr. Romanin, Storia cit., I, 281 sgg. ; II, 110; Lenel, Die Entstehung cit., p. 12 sg. (4) Iohan. Diac., Chronicon cit., p. 156 sg. Intorno a questa campagna cfr. Dümmler, Uber die älteste Geschichte der Slaven in Dalmatien, in « Sitz.