182 o accresciuto da padre in figlio, e dai guadagni dei quotidiani lucrosi traffici. La fortuna economica, la posizione sociale designavano questi uomini, tra la massa grigia di tanti lavoratori, a salire alle più alte dignità, a guidare le sorti del loro paese e dei loro connazionali. Essi avevano dispensato e dispensavano sostanze per elevar basiliche, per creare monasteri, per erigere pie fondazioni, con profondo sentimento di religione. Nella loro complessa personalità si armonizzavano a un medesimo fine i vari aspetti dell’attività economica, lo sfruttamento della proprietà fondiaria e l’esercizio della mercatura, con giusto equilibrio, secondo il ritmo comune a tutta la vita di lavoro, che prosperava nella laguna. Il prepotere dei Particiaci, come quello di Obelerio e dei Maurizi, fu risultante di metodica evoluzione politica e morale della vita pubblica piuttosto che simbolo di successivi equilibri economici. Il risorgimento reaitino era ispirato ad altro programma, a quello di uomini, che, dopo aver sofferto dolorose vicende, si sforzavano di reagire a esse e porre riparo, movendo da un luogo immune dalla recente invasione straniera. Rialto, rifugio di profughi indigeni, asilo di vittime della dittatura nazionale, aveva offerto analoga ospitalità agli esuli, che si erano sottratti alla violenza straniera, da Malamocco ad Equilo e da altre isole costiere. A Rialto forse fu organizzata la resistenza; da Rialto parti la scintilla della riscossa contro l’aggressore. È naturale che a Rialto avesse epilogo la tenace lotta svolta tra una battaglia perduta, dai vecchi reggitori, chiamati a rispondere, a torto o a ragione, dei loro errori, e un trionfo guadagnato dai loro oppositori. Gli avvenimenti politici diedero occasione al trasporto della sede di governo in Rialto, in armonia al passaggio della somma dei poteri da uno ad altro gruppo famigliare. Il concorso poi di molteplici altri fattori, politici e sociali, fortuitamente accostati, in parte prima, in parte dopo l’imprevisto evento, e in misura maggiore, creò il miracolo da nessuno ideato con atto di volontà. 6. — L’assenza di meditato proposito innovatore pregiudiziale trasse i nuovi capi, qualunque fosse la loro origine politica, a calcare le orme dei predecessori. Nella nuova sede era perpetuata una tradizione, dalla quale la vita insulare incontrava difficoltà a