336 toria : e vinse (1). Le crocere militari, ripetute con mezzi e con propositi sempre più forti, finalmente obbligarono gli Slavi rivieraschi della Narenta ad accettare e sottoscrivere il patto di salva-guardia, richiesto dal traffico veneziano. Non altro si esigeva da loro. Nessuna minaccia era diretta contro l’integrità del loro territorio, nessuna minaccia era rivolta contro la loro indipendenza. Il mercante veneziano esigeva la sicurezza del mare e degli approdi a esso affacciati, e la libertà di traffico. È l’eterno assillo della vita veneziana. Nelle acque territoriali istriane e in terra latina le resistenze indigene all’ attività veneta erano meno dure che non più a sud, nelle regioni dalmate occupate da abitatori slavi. Diversità etnica, diversità di costumi, di usi, di interessi rendevano difficile e precaria la convivenza fra i due popoli. L’ affinità spirituale tra veneziani e istriani e dalmati latini favoriva una franca e intima collaborazione ; l’oasi slava, interposta tra il mondo latino della Dalmazia marittima, creava un ostacolo al metodico sviluppo dell’ operosità veneziana nell’Adriatico, ostacolo che non poteva essere altrimenti superato che con la forza. E il pacifico mercante diventava uomo di guerra, pronto a coltivare a tempo e luogo opportuno indomito spirito aggressivo, affidando volenteroso il proprio destino al governo di uomini capaci di grandi ardimenti. 2. — Sopra queste attitudini della psicologia mercantile veneziana riposava il segreto della fortuna e delle disavventure dei Candiano. Il favore o la disgrazia di questi, come degli altri gruppi fami-gliari, che si contendevano il predominio, trovavano la prima causa nell’istintiva reazione della folla di fronte alle alternative di grandi necessità. Prima che nel suo seno si stabihsse un sano equilibrio traverso ben congegnato processo selettivo, l’arbitrio dell’individuo o delle ristrette clientele e le disordinate passioni collettive suscitavano frequenti ondeggiamenti, favoriti dall’ incertezza della vita e degli istituti. La massa anonima del popolo, inesorabile nelle vendette, era altrettanto indulgente agli intrighi e alle audacie singolari e subiva con facile sensibilità le suggestioni di nostalgici (1) Iohan. Diac., Chronicon cit., p. 136 : iterum namque totidem conira eos mittere studuit, qua*, federe firmato, ad propria redierunt.