168j Turcbi tu! itloario ti 114 DELL’ HISTORIA VENETA che s’allontanarono dalle trincicre:ma conofciuto il loro debole effetto fi reftituirono fubito a’ioro pofti. Refa inutile la riufeita delle mine, riporta da difenfori la prefervatione di quel combattuto terreno nelle deftre de i Soldati, fecero nel-l’iftcffo tempo tré fortite, che riufeirono anche felicemente r ma quel che l’inimico perde il giorno , ricuperò la notte . Suc-ceiTe doppo quefto una breve paufa de i Turchi, & il tempo fervi per caricar nuove mine, e ripigliar più vigorofi gli sforzi 1 come accadè, mentre in tré giorni fucceflìvi diedero tré furiofi aflalti, ne quali fe bene reftarono con fommo valore foftenuti, non furono però intieramente impediti, chea prezzo di molto fangue non avanzaflero Tempre terreno. A mifura però de i loro progredì riparavano gl’Affediati con palizzate, e tagli il perduto, & armavano con nuove opere la difefa. Si ridufle quefta per ultimo efperimento della coftan-za de i difenfori ad una tagliata, per fuperar la quale intra-prefe l’inimico il trigefimo giorno d’Agofto tré vigorofi aflal-ri. Fù ricevuto con ammirabile coraggio, e doppo grande cf-fufionc di fangue per una parte, e per l’altra gli convenne retrocedere , afflitto particolarmente dalle granate , delle quali ne gettarono in quel giorno i Chriftiani più di tré mille. Ma elìendo hormai ridotto il Rivellino ad un’angufto pugno di terra » inhabile a più lunga difefa, rifolfero gl'imperiali abbandonarlo ; onde vi prefe l’inimico l’alloggio il terzo giorno di Settembre, eifendo già corfi cinquanta due giorni da che il Vifir piantò l’alfedio alla Piazza . Nel mentre , che così procedevano le operationi all’attacco del Rivellino, negli altri due erano i Turchi penetrati al piede della muraglia de i Baloardi Lobel, e di Corte : ma prima , che vi s ac-coftaffero, fù difputato il terreno a palmo a palmo alla con-trafearpa, vigorofamente contefa la sboccatura nel foffo, difficoltato l’alloggio j e nelje fattioni alternando la fortuna i buoni con i cattivi fucceflì, reftarono più volte refpinti gl’ag-greflori, diftrutte le loro opere , obligati con nuove fatiche a rientrar ne’pofti una volta occupati, e fi confumò nel travaglio quafi intiero il Mele d’Agofto. Ma fatto già l’inimico padrone del follo, attaccò il minatore alla punta del Balo-ardo di Corte, e col beneficio duna mina aprì il quarto giorno