110 penoso e convulso, che ospita nuove lotte, nuovi dolorosi episodi di rappresaglia e di guerra, nuove migrazioni, e questa volta da isola a isola, sospinte non da aggressioni straniere, ma da odiosità e rancori interni. Nel contempo la leggenda celebra l’età pauliciana come quella di stabile e pacifico riordinamento della vita politica e amministrativa, di sistematico e vigoroso irrobustimento, di unificazione (1). Essa ricorda l’atto solenne di riconoscimento dei diritti del vescovo di Grado sopra il litorale fino a Caorle, ed oltre, concesso da tribuni, approvato dal popolo, confermato dal doge, sottoscritto da Gradensi, da Caprulensi, da Equilesi, da Torcellani, accettato anche da Maranesi, Bibonensi e Finensi. Gli abitanti di Caorle e di Equilo si sarebbero anche obbligati a corrispondere al metropolita gli stessi oneri che al doge per i lidi opitergini (2). La cronaca è più sobria e più verace : tutto questo ignora o sottace, pur registrando uno stato di commozione e malessere generico, attribuito non a disagio interno, ma a terrore esterno e nemico, che non dava tregua al pacifico e laborioso popolo lagunare (3). Che un nuovo spirito e un sentimento tutto locale, qui come altrove, (1’ abbiamo sopra rilevato) si preparassero e si sviluppassero ; che la vita si disponesse ad assumere una propria fisionomia, non è dubbio. Quale fosse il grado di maturazione, e quanto e fino a qual punto efficace ed attivo, è inutile ricercare. Il mistero è impenetrabile, e, se mai qualche raggio lo illumina, svela l’inanità di iniziative locali. Gli immancabili dissensi insulari, la cui natura resta ignota, gli incresciosi incidenti di confine, i turbamenti religiosi, separati o congiunti, non avevano un contenuto tanto rivoluzionario da promuovere un moto politico innovatore. La forza militare, che questo doveva compiere, non poteva obbedire a interessi e a contrasti insulari, presto superabili, ma all’impulso di sentimenti generali, atti a spegnere gli odi di parte e a riunire tutti gli spiriti in stretta concordia operosa. (1) Origo cit., p. 169. (2) Origo cit., p. 165. (3) Iohan. Diac., Chronicon cit., p. 90 sg. (4) Liber pcmtif. eccl. rom. Vita Oregorii II, ed. Duchesne, I, 404,