L I B R O SETTIM O. 283' più di otto mille cafe » Accidente, che haverebbe cagionato 1688' maggiore apprenfione, fe il popolo avello a Umili caiì per gl edifici* in gran parte coilrutti di legname, non haVeffe imparato a Sofferirli .• Pacati per all’hora glanimi de i Seditiofi, rivolfe il Vifire lapplÌcationi alle cofe della' Guerra . Vifitò1 glArfenalifoHecitò i- lavoridifponendo; da per tutto1 gl’ •ordini per l’unione di gente,- armi , e munitioni.. S’opponeva a tutte quefte provifioni il difetto del denaro ,: che Tempre' più mancava a! bifogno . Raccordò il Teftadar, o ih Teforiero regio,, che reftava ad efigerfi uno5 degl’ ordinarii fuilìdii * ch’era quello che fi ritrae dalli prò veduti" alle Cariche,-. & x glottidi dellTmperio, poiché eiTendo' le principali appoggiate àHi* Capi degli Spai , & altri del loro* Seguito, niuno ardiva di ailringerlr per la! loro temuta potenza. Comandò il Vifire*, che follerà' sforzati alla Sodisfattione, o ve«^ ro a deporre le Cariche, ma' perduta V ubbidienza l’ordine fervi ad irritare glanimi.. Richiefero* tempo all’esborio, ma svezzi già ad ogni licenza' covavano neU’iileiTa momento penile ri di nuove confufioni.. Altra sfortunata' provifione di de. naro fi andò meditando, e fù l’impoiltione' di' un Cecchino per ogni camino, o fia: focolare dr cafa . Si commoflea que» ii’inSolito' aggravio il popolo, e come mancava nel governo1 quel vigore , che faceva’ in altri ffcmpi fenza; reclamo patien-tare i più' acerbi' editti',> non fi: acquietò' di prefente al pefo .• Fatto Capo de i malcontenti; uno de i loro San foni*, fi presentò al Gran Signore con’ Supplica , perche SoiTe' abolita 1* impofitieneV Interrogò il Sultano il Vifire , fe tal gravezza folte fiata in altri? tèmpi praticata j e riSpoilogJi di nò; ricercò chi ne* folle fiatò l’autore Il Vifire approfittando fi del-] la congiontura’ per opprimere i fuor* nemici?, nominò quel tal Capo di Giannizzeri',- che pòco avanti hàveva’ ricufato la Carica d’Algà' in’ Babilònia, &- un’altro' principale de i Spai, efprimendofi al Rè, che quelli con- l’appoggio- delle Militie-erano li- più Seditiofi ,• che aflediàvano* con ilravaganze continue il governo 3 non trovandofi feSoro3 Sufficiente per Sanare la loro avaritia. Il- Gran Signore non avezzo all’infidie della5 Corte, preilò facile credenza all-infinuationi , onde Tènia maggior rifleifo, fulminò contro gl’accuSati la Sentenza di $ p ¿nor-