i68j Incarnir!*- tntnto del primo Vijfr icrja VitH- W v fffinitnt étfl' Imperiali femtn-tata dall' jtmbafci*-ter dt Spu-%n*. 108 DELL’ HISTORIA VENETA ti giorni allagato quel fito , convenne fuggir alle Militie per non reitar tutte fommerfe, come accadè di molte, che non hebbero tempo di ritirarfi. Fu così grande in quell’occafione il difordine , che quellaccampamento raflembrò un Campo disfatto da Nemici $ onde quella gente proclive alle fuperfti-tioni ricavò da quefto sfortunato accidente infelici pronofti-ci per la Guerra, che s’intraprendeva. Giunto il Primo Vi-fir a Belgrado il fuo primo difegno fù, che il Bafsà di Buda unito col Techelì, con buon corpo di gente invadefle gli Stati Cefarei nell’ Ungheria, per portarli egli col grolfo nella Crovatia. Ma intefa l invailone di Najafel, mutato confeglio fece paifar tutto l’Efercito a quella parte , con intentione di condurre gl’ Imperiali a battaglia. Havuta poi notitia della ritirata, e delle deboli loro forze, deliberò avanzarli verfo Vienna , iftigato da i Ribelli, che gli fecero apparire facile l’imprefa » e che con un folo colpo haverebbe terminata glo-riofamente la Guerra con acquifto d’immeniì tefori. Schierato l’Efercito a vifta di Giavarino, applicò a i paffi del Fiume Rab , & in quefto mentre inviate alcune partite di Turchi , & Ungheri, fece occupar li Caitelli di Papa, Tatta, e Vcfprin, che 11 refero a conditione di ftar fotto il Comando del Techelì, fe bene non fù loro mantenuta la fede , obli-gati a ricever prefidio Turchefco. Il Duca di Lorena era con l'Efercito tra il Fiume Rab, e Rabiniz, corteggiando l’inimico in attentionc de fuoi paffi, mentre in Vienna con difordine , e contufione fi profondavano le foffe, e fi coftruivano altri ripari, per li quali farebbe ftata necelfaria la prevengane di molto tempo. Confidavano gl’imperiali, che i Turchi fuifero per attaccare Giavarino, e fotto quella ben munita Fortezza fncrvando le forze , fi confumaife la Campagna. Quella opinione era principalmente fomentata dall’ Ambafciator di Spagna , il quale efagerava, che fecondo le buone regole della Guerra non poteva il Vifire lafciarfi alle fpalle quella forte Piazza , onde ritenne l’imperatore dal chiamar a fe nel tempo del fuo maggior bifogno un buon corpo delle fue truppe , che a compiacenza degli Spagnuoli alloggiavano al Reno .per ge-lofia de i Franceii. In tanto una groifa partita di Tartari nella patte più alta del Rab tra Zerment* e San Gottardo con- feguì